La targhetta "Mata Hari"

[rjkard]

Ciao a tutti,
riapro questo topic in virtù di un nuovo ritrovamento, ovvero l'ufficio di Salerno non presente nel Link sopra segnalato.
Qualcuno ne ha sentito parlare o visto in precedenza ?
Grazie per la collaborazione.

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[francyphil]

Non è presente sull'ornaghi
Complimenti per il ritrovamento che riapre il capitolo mata-hari dopo quasi 90 anni

[Alex]

Ciao Riccardo,
decisamente molto bella, immagino appartenga alla tua collezione.
Puoi segnalarla al sito http://www.perfin.it affinchè la aggiungano alle altre Mata Hari da loro censite.
Salerno ha avuto poche targhette durante il regno, sapevo che c'era 'Votate la Lista nazionale' ma non la 'Mata Hari'.

Per Francesco : se vai sul sito che ho indicato, troverai una ventina di uffici non citati dall'Ornaghi.

[rjkard]

Grazi per le risposte,
come suggerito da Alex, la segnalerò al sito in questione compreso questo post.


Revised by Lucky Boldrini - January 2012

[Alex]

ciao Stefano,
alla tua domanda :

Pongo una questione. È possibile che gli uffici in cui fu utilizzata la targhetta Votate la lista nazionale siano stati gli stessi, circa un mese e mezzo dopo, dotati della Mata-Hari?

in linea teorica è possibile, a livello pratico non abbiamo elementi per stabilirlo tranne gli eventuali ritrovamenti di annulli di quelle località.
Ad ogni modo credo che le località non siano esattamente le stesse perchè le finalità dei richiedenti erano diverse.
La diffusione della Mata Hari era mirata alla vendita di un romanzo a puntate, la targhetta Votate era uno slogan elettorale.
Bisognerebbe conoscere la rete di vendita del romanzo a puntate e confrontarla con la scelta di assegnazione della sua targhetta, ma entrambe le cose non sono note oggi ( servirebbe l'archivio della pubblicazione ed il contratto che regolava la Mata Hari ).
Più intuitivo il discorso per l'annullo Votate in quanto rivolto a più persone possibile, quindi pensato su scala nazionale nei centri principali.
Tutto questo discorso si deve ovviamente legare alla presenza di una bollatrice meccanica nei posti scelti, quindi a centri già meccanizzati.
In definitiva, per avere risposte certe, trattandosi di annulli pubblicitari regolamentati da contratti, bisognerebbe riuscire a trovare i contratti che regolavano l'uso della pubblicità.

[Stefano (alligatore)]

A proposito di Mata-Hari riporto delle notizie da Enzo Magrì, "Guido da Verona l'ebreo fascista", Guido Pellegrini Ed. 2005:

alla fine del '23 Guido da Verona firmò un contratto vantaggiosissimo con Filippo Filippelli (già segretario di Mussolini e direttore del Popolo d'Italia) che nel 1923 si era 'inventato' un nuovo quotidiano 'Il Corriere italiano', che avrebbe avuto vita breve, fino al '24, per i tristi eventi di Matteotti.
Il 2 gennaio 1924 il Corriere annuncia che Guido da Verona avrebbe scritto un grande romanzo d'appendice, il cui titolo fu svelato solo alla fine di marzo "Mata Hari, l'asfodelo del mattino". Fino ad aprile l'uscita del romanzo fu annunciata quotidianamente in prima pagina in appositi 'stelloncini', ma solo alla fine del mese è indicata la data del 10 maggio per l'uscita della prima puntata che fu rispettata. La tiratura del giornale balzò da 20.000 a 120.000 copie e Filippelli colse l'occasione per tappezzare Roma con manifesti che annunciavano come il Corriere fosse ormai diventato il primo quotidiano della capitale. Con evidente mania di grandezza, Filippelli cercò di cavalcare l'onda e di conquistare l'intero mercato italiano, cosicché (cito alla lettera) "per pubblicizzare il foglio e il romanzo ottenne dalle Regie Poste una timbratura, una sorta d'annullamento speciale del francobollo, in cui si fa riferimento al romanzo Mata Hari. Alla fine di maggio, forse per iniziativa di testate concorrenti, cominciano ad arrivare alla presidenza del Consiglio parecchie proteste che inducono il segretario particolare di Mussolini, Alessandro Chiavolini, a scrivere a nome del capo del Governo al ministro delle Poste Costanzo Ciano. Questi rivela d'essere a conoscenza della faccenda e l'8 giugno assicura d'aver disposto la cessazione della pubblicità".

L'autore cita una lettera di A. Chiavolini, Lettera al Ministro C. Ciano, A.C.S.[credo s'intenda Archivo Centrale dello Stato], Segreteria particolare del duce, busta 209651.

[rjkard]

alla fine del '23 Guido da Verona firmò un contratto vantaggiosissimo con Filippo Filippelli (già segretario di Mussolini e direttore del Popolo d'Italia) che nel 1923 si era 'inventato' un nuovo quotidiano 'Il Corriere italiano', che avrebbe avuto vita breve, fino al '24, per i tristi eventi di Matteotti.
Il 2 gennaio 1924 il Corriere annuncia che Guido da Verona avrebbe scritto un grande romanzo d'appendice, il cui titolo fu svelato solo alla fine di marzo "Mata Hari, l'asfodelo del mattino". Fino ad aprile l'uscita del romanzo fu annunciata quotidianamente in prima pagina in appositi 'stelloncini', ma solo alla fine del mese è indicata la data del 10 maggio per l'uscita della prima puntata che fu rispettata. La tiratura del giornale balzò da 20.000 a 120.000 copie e Filippelli colse l'occasione per tappezzare Roma con manifesti che annunciavano come il Corriere fosse ormai diventato il primo quotidiano della capitale. Con evidente mania di grandezza, Filippelli cercò di cavalcare l'onda e di conquistare l'intero mercato italiano, cosicché (cito alla lettera) "per pubblicizzare il foglio e il romanzo ottenne dalle Regie Poste una timbratura, una sorta d'annullamento speciale del francobollo, in cui si fa riferimento al romanzo Mata Hari. Alla fine di maggio, forse per iniziativa di testate concorrenti, cominciano ad arrivare alla presidenza del Consiglio parecchie proteste che inducono il segretario particolare di Mussolini, Alessandro Chiavolini, a scrivere a nome del capo del Governo al ministro delle Poste Costanzo Ciano. Questi rivela d'essere a conoscenza della faccenda e l'8 giugno assicura d'aver disposto la cessazione della pubblicità".

L'autore cita una lettera di A. Chiavolini, Lettera al Ministro C. Ciano, A.C.S.[credo s'intenda Archivo Centrale dello Stato], Segreteria particolare del duce, busta 209651.

Molto interessante questa informazione, a me sconosciuta, che fornisce una risposta a chi non si capacitava del perchè tale targhetta avesse avuto una distribuzione così capillare.

[Stefano (alligatore)]

Hai ragione non ci avevo pensato. Quindi Mata Hari fu un romanzo del 'regime' o quanto meno fortemente sponsorizzato. Mi piacerebbe sempre di più sapere i termini del contratto coon le poste che in questo caso immagino molto agevolati.

[Alex]

Ciao a tutti,
notizia interessante per alcuni retroscena, tuttavia la storia postale della targhetta va scissa da quella del romanzo.
La targhetta è stata solo uno degli strumenti di propaganda disponibili e nel suo piccolo ha avuto successo, stando all'incremento della tiratura riportato.
Il divieto datato 8 giugno è stato irrilevante per la sorte dell'annullo postale e molto probabilmente mirava ad interrompere la dirompente diffusione dei manifesti che tappezzavano Roma.
La targhetta è stata in uso dal 13 maggio al 10 giugno ( e nel mese di giugno unicamente a Bari ), ed in ogni località non è durata oltre 4 o 5 giorni ( in alcune anche solo uno o due ) sempre nel mese di maggio.
Ad ogni modo non si conoscono le specifiche dei contratti pubblicitari, e se qualcuno li conoscesse finora non ha pubblicato nulla in merito.
Ipotizzo che i contratti fossero legati alla quantità di posta annullata e non ai giorni d'uso possibili, ma è solo una mia idea.

[maurino]

Cosa ne pensate?

matahari.jpg

[francyphil]

Bella . Livorno è sempre drammatica con le targhette del 1924. Sono tutte o quasi tagliate abbondantemente. Le mata hari di livorno seguono questa regola.

Revised by Lucky Boldrini - August 2016